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Ecobonus 110%, come intervenire sul cappotto termico

2020-06-15 10:04

Redazione

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Ecobonus 110%, come intervenire sul cappotto termico

Può ridurre di due classi il consumo energetico dell'edificio e concedere l'agevolazione prevista dal Decreto Rilancio (ora in GU)

Il Decreto Rilancio è arrivato in Gazzetta Ufficiale (DECRETO-LEGGE 19 maggio 2020, n. 34), e dà ufficialmente il via ai lavori per il Superbonus 110%. Sarà valido per alcuni “lavori importanti”, ma la cessione del credito sarà valida per tutti

Nello specifico, il Superbonus al 110% è previsto per 3 macro-interventi; in questo articolo approfondiremo come ottenerlo intervenendo sulla coibentazione dell’edificio (con riduzione di due classi di consumo energetico). Cappotto termico o soluzioni alternative?


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Ecobonus 110%, come intervenire sul cappotto termico

 

Il Superbonus al 110% è riconosciuto in cinque rate annuali di pari importo. Potrà essere ceduto direttamente all’impresa in cambio di uno sconto in fattura, o di una fattura a zero. Le imprese potranno utilizzare il credito d’imposta per ridurre le tasse o cedere a loro volta il credito alle banche e ottenere quindi immediatamente soldi liquidi. Le modalità attuative verranno comunicate più avanti.

 

Cappotto termico, quali regole?

 

Sono agevolati gli interventi di isolamento termico delle superfici opache verticali e orizzontali che interessano l’involucro dell’edificio per oltre il 25% della superficie disperdente lorda.

 

La detrazione è calcolata su un tetto di spesa di 60.000 euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio. I materiali isolanti utilizzati devono rispettare i Criteri Ambientali Minimi – CAM (di cui al DM 11 ottobre 2017).

Il bonus è riconosciuto sulle parti comuni condominiali e sugli immobili cielo-terra, purché prima casa: non è riconosciuto per le seconde case unifamiliari. Nel caso dei condomini ovviamente non fa differenza che l’appartamento di proprietà sia prima o seconda casa.

In realtà non è possibile fornire una soluzione univoca poiché ogni intervento è differente e soggetto a requisiti tecnologici, normativi e amministrativi diversi. Il progettista è, quindi, chiamato a fare una scelta idonea e conforme all’oggetto d’intervento, tenendo conto di condizioni quali: il contesto climatico in cui l’edificio è collocato, la tipologia dell’intervento (ristrutturazione o nuova costruzione), la destinazione d’uso (pubblica o privata), i vincoli normativi e amministrativi, le disponibilità economiche.

Lo scopo principale è quello di isolare ed evitare la formazione dei ponti termici che, se non risolti, comportano la formazione di condensa e muffa sulle superfici interne.

 


Isolamento in intercapedine

 

Se le pareti di tamponamento dell’edificio sono realizzate con una doppia fila di mattoni in laterizio che creano un’intercapedine d’aria di spessore variabile, per un intervento di miglioramento energetico è possibile sfruttare l’intercapedine d’aria esistente. Come?Iniettando materiale isolante all’interno con il metodo dell’insufflaggio. Condizione necessaria è che la muratura non presenti parti mancanti e/o fori. Per raggiungere risultati ancora migliori, è possibile abbinare un sistema di isolamento a cappotto, interno o esterno, a seconda dei vincoli che sussistono sull’edificio in oggetto.


Isolamento a cappotto interno

 

È una soluzione valida nel caso di edifici soggetti a vincoli architettonici o di unità immobiliari di condomini il cui regolamento vieta qualsiasi intervento sulle pareti esterne. Inoltre, è consigliabile per tutte quelle tipologie abitative che vengono riscaldate saltuariamente o per poche ore al giorno come ad esempio, uffici o case vacanze.

 

È possibile coibentare dall’interno mediante:
– contropareti preaccoppiate con pannello isolante, incollato direttamente alla parete o con tasselli;
– controparete autoportante con una struttura metallica con micro intercapedine d’aria, per un maggior isolamento dell’involucro.

 

Pro – Limitazione delle dispersioni termiche; raggiungimento della temperatura ideale di riscaldamento più veloce; tempo di raffreddamento più rapido; risparmio energetico.

Contro – Ponti termici delle solette interpiano; riduzione di volume utile abitabile; maggiore richiesta di mano d’opera durante la fase di esecuzione (ad esempio, per il passaggio di impianti già esistenti posizionati nel muro di tamponamento).


Isolamento a cappotto esterno

 

Questa soluzione è invece la migliore per edifici non soggetti a particolari vincoli architettonici e per interventi di nuova costruzione. Il pannello isolante applicato sulla faccia esterna della parete andrà a rivestire in maniera continua le pareti, e azzererà o attenuerà in maniera significativa i ponti termici e gli effetti correlati.

La scelta del materiale del pannello isolante è però uno dei punti fondamentali.

 

Pro – Vantaggi energetici ed economici; bassa mano d’opera e rapidità dei tempi di posa dei pannelli isolanti (con l’uso di tasselli e colle adesive applicati direttamente sulla superficie delle pareti di tamponamento).

 

Contro – Variabilità dell’efficacia e della durabilità tecnica dovuta alla qualità della manodopera.
È infatti necessario prestare attenzione ed evitare i seguenti errori:
– mancanza di rete armata;
– assenza di rinforzi nei spigoli;
– applicazione del prodotto con temperature ambientali non conformi;
– schema di posa a file parallele anziché a pannelli sfalsati;
– errata tassellatura o la realizzazione del cappotto su una parete esistente umida e con efflorescenze (che comporta problematiche come distacco del pannello, deformazione, infiltrazione e rottura dell’intonaco).

 


Alternative al cappotto termico?

 

Ci sono nuovi prodotti che permettono di isolare l’involucro con spessori più ridotti, che  comunque soddisfano le esigenze degli interventi di ristrutturazione edilizia e quindi permettono l’accesso alle agevolazioni. Ad esempio:
– pannelli isolanti a basso spessore in fibre tessili;
– termointonaci;
– mattoni in laterizio isolati;
– mattoni in calcestruzzo cellulare;
– mattoni in materiali biocompatibili.


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